Perché siamo sempre a dieta e perché, spesso, non siamo soddisfatti dei risultati? Ecco gli errori banalissimi che tutti commettiamo.
Con l’arrivo della stagione autunnale, la parola dieta torna ad avere larga risonanza. Un fatto assolutamente normale, se si considera che le indagini statistiche dimostrano che un italiano su 4 (29%) dichiara di seguire una dieta o un regime alimentare controllato, e un’ analoga fetta di popolazione afferma che la seguirà nei prossimi mesi, magari con l’ ingresso del nuovo anno.
Quello che sorprende, però, è che sebbene i dati siano confortanti, la realtà appare ben diversa: sono molti coloro che sono poi insoddisfatti dei risultati derivanti dal regime alimentare seguito. E allora appare naturale chiedersi: ” quali sono gli errori che più comunemente commettiamo”? Ed ancora: ” Esistono dei consigli salva dieta”? Con questo articolo ci accingiamo a rispondere a questi interrogativi.
Regimi alimentari fallimentari: tutta colpa di questi errori comuni.
La volontà di seguire un’alimentazione mirata non è soltanto giustificata dalla necessità di avere un miglior rapporto con il proprio corpo e di piacersi di più, ma si rivela anche una scelta per preservare il proprio benessere fisico. Tuttavia, a fronte dei dati prima menzionati, sono tanti coloro che dichiarano di non essere soddisfatti dei risultati raggiunti dalla dieta che hanno seguito. Iniziare una dieta implica cambiare le proprie abitudini, e il tempo a disposizione per la preparazione dei pasti, l’ambiente che ci circonda e lo stress influiscono significativamente sulla riuscita o meno del percorso. Ma sono tanti gli errori commessi che costituiscono le principali cause dell’abbandono di un piano alimentare.
Il primo di tutti è la scelta di una dieta fai da te, la preferenza per pasti non soddisfacenti per il palato e, subito dopo, il seguire indicazioni troppo rigide. Non esiste dunque una regola universalmente valida, così come una ragione uguale per tutti. L’alimentazione deve essere sostenibile nel tempo e la privazione di determinati alimenti che ci piacciono porta inevitabilmente ad una perdita di controllo in cui si arriva a mangiare, all’opposto, quantità eccessive di tali alimenti. Altro fattore che indice notevolmente è il livello di stress che, se eccessivamente elevato, ci porta inevitabilmente a mangiare cibo spazzatura e a pensare al cibo come fonte di gratificazione, facendo scattare quella che viene definita fame emotiva.
Appare assolutamente necessario, pertanto, il prefiggersi obiettivi realistici e rivolgersi ad una figura di riferimento che possano accompagnare nel percorso: quella del nutrizionista, o di altro professionista, sono punti focali per ottenere buoni risultati nel tempo.