Come funziona la rinuncia all’eredità e quali sono i costi da sostenere per capire se è davvero la scelta più conveniente.
I motivi per cui ricorrere alla rinuncia all’eredità sono di facile intuizione, considerando che l’erede eredita anche debiti e pesi ereditari, e così può capitare che i debiti accumulati dal defunto superino i vantaggi che comporterebbe ereditare il suo patrimonio e quindi per evitare di rispondere dei debiti anche con il proprio patrimonio, l’erede può rinunciare all’eredità.
L’istituto è affine all’accettazione con beneficio d’inventario e che dà la possibilità all’erede di accettare l’eredità, ma allo stesso tempo di tenere distinti il proprio patrimonio con quello ereditario, in modo da rispondere ai debiti del defunto con la sola eredità. Questo ovviamente può essere conveniente solo nel caso in cui i debiti siano inferiori all’eredità, in caso contrario conviene provvedere alla rinuncia dell’eredità. Proprio perché spesso non è di facile intuizione capire immediatamente l’ammontare dei debiti rispetto all’eredità, l’azione è esperibile entro dieci anni dall’apertura della successione, in più ha effetto retroattivo, ciò significa che con la rinuncia, l’erede è come se non fosse mai stato chiamato.
Come si fa la rinuncia all’eredità e quali sono i costi previsti?
La rinunzia all’eredità, in base a quanto previsto dall’art.519 del Codice Civile, deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione.
La dichiarazione deve essere scritta e formale e deve contenere la volontà dell’erede a non volere ricevere l’eredità. La volontà dichiarata deve essere frutto di una scelta libera legittima e incondizionata del potenziale erede, inoltre non può essere parziale. La rinuncia è revocabile entro dieci anni dall’apertura della successione.
Per quanto riguarda i soggetti che possono azionarla, essi sono appunto gli eredi, che siano minorenni o incapaci (entrambi previa autorizzazione del Giudice Tutelare).
Con la rinuncia all’eredità non si risponde in alcun modo ai debiti del defunto, né che siano nei confronti di terzi, né dell’Agenzia delle Entrate, il Fisco o l’Agente della riscossione esattoriale per gli omessi versamenti di tributi e imposte.
Come già detto la rinuncia può essere fatta o di fronte un notaio o di fronte alla cancelleria del Tribunale competente, cioè dell’ultimo domicilio del defunto. In quest’ultimo caso sarà necessario presentare una serie di documenti e una marca da bollo da 16,00 euro.
Il cancelliere del Tribunale, una volta presentata la documentazione richiesta, rilascerà un numero di protocollo necessario per effettuare il pagamento dell’imposta di registro di 200 euro da pagare.
Entro circa 30 giorni sarà possibile ritirare copia conforme della rinuncia, previo pagamento dei diritti di cancelleria. Invece facendo la rinuncia presso un notaio oltre alle imposte di legge bisognerà pagare il compenso del professionista.