L’Unione Europea impone una nuova tassa che dovremo pagare sulle case. Ci si può adattare alle nuove regole o pagare molti soldi.
Si torna, purtroppo, a parlare della Direttiva Case Green di matrice europea. A causa di questa direttiva ci saranno nuove tasse da pagare il cui annuncio ha già mandato nel panico molte famiglie proprietarie di casa. Se non si applicano le modifiche richieste si rischia di dover pagare caro.
I vari organi dell’Unione Europea sono ancora nel pieno delle discussioni in merito alla Direttiva Case Green. Nella sua prima versione la direttiva era molto stringente riguardo tempi e modi in cui i vari stati membri dovevano applicare e far applicare le modifiche in termini efficientamento energetico degli edifici. Le norme descritte, i tempi e la mole di modifiche erano stata ampiamente contestate già in prima istanza da molti paesi dell’Unione. L’Italia in particolare aveva fatto sentire la sua voce visto che nel nostro territorio le problematiche attorno all’applicazione dei lavori richiesti su tutti gli immobili sul suolo nazionale.
Alla riunione del 12 ottobre scorso, con il confronto tra Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio UE, le parti non sono ancora arrivati a una soluzione definitiva, ma le modifiche già apportate propongono una direttiva più flessibile. Il vecchio testo della Direttiva Case Green diceva che tutti gli edifici abitativi del territorio UE avrebbero dovuto raggiungere la classe energetica E entro il 2030, per poi passare alla classe energetica D entro il 2033. Questo avrebbe comportato che ognuno di essi dovesse subire dei lavori di efficientamento energetico, compresi l’installazione di un impianto fotovoltaico e l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica.
Le discussioni sulla direttiva
I punti di discussione principali di cui si è parlato il 12 ottobre sono soprattutto in merito alle tempistiche delle scadenze degli adempimenti. Secondo le molte voci contrarie alla Direttiva, le scadenze del 2030 e del 2033 dovrebbero avere una maggiore flessibilità. Tenendo sempre presente che l’obiettivo della politica europea è quello di portare l’intero territorio ad avere solo edifici a emissioni zero entro il 2050, il nuovo testo provvisorio vede come perno il fatto che siano i singoli stati a definire autonomamente la strategia di completamento degli obiettivi in un periodo di tempo che va dal 2030 al 2050.
Come detto, questa possibilità deve ancora essere discussa ed eventualmente approvata, ma per il momento sembra che si vada verso una soluzione più flessibile. Questo in modo che la direttiva sia applicata da tutti i paesi che intendono portarla avanti con i propri tempi e le proprie modalità.
Pro e contro della Direttiva Case Green
Se da un lato la Direttiva permetterebbe all’Unione Europea di essere un territorio completamente pulito dall’emissione di CO2, con tutte le conseguenze ambientali e di risparmio energetico che ne conseguono, dall’altro il procedimento è molto costoso. Per ottenere il risultato sperato c’è bisogno che ogni stato investa notevoli quantità di denaro in infrastrutture e aiuti per i cittadini.
Quelli che pagheranno di più dalla direttiva saranno infatti i proprietari di immobili che dovranno sobbarcarsi da soli i costi dei lavori necessari. La speranza è che con l’aiuto dell’UE il Governo italiano metta a disposizione degli aiuti funzionanti per permettere ai proprietari di immobili di mettersi in pari.