Il cantante si è confessato a cuore aperto in una lunga intervista, nel racconto svela anche un retroscena inedito sulla sua infanzia.
Il destino di Al Bano era segnato, sin da quando il padre di ritorno dalla prigionia in Germania, negli anni della seconda guerra mondiale, gli portò una tavoletta di cioccolata e due regali insoliti. “Un clarinetto e una piccola fisarmonica. I prigionieri a volte saccheggiavano le case dei tedeschi: denaro, gioielli. Lui aveva preso due strumenti musicali per me”, ha raccontato il cantante di Cellino San Marco in un’intervista.
La musica lo ha accompagnato per tutta la sua vita, anche in tenera età, quando andava a lavorare nei campi insieme al papà: “Il mio idolo era Modugno, che è cresciuto nel paese qui accanto, San Pietro Vernotico. Cantavo sempre, anche nei campi; e nei campi andavo già a sei anni. Papà mi ha insegnato a raccogliere le olive, curare la vite, selezionare le infiorescenze dell’uva. Lavoravo e studiavo”, poi la ‘svolta’ che cambiò per sempre la sua esistenza: “Al secondo anno di magistrale mi bocciarono”.
Al Bano, il momento decisivo per la sua carriera: “Lasciai la scuola, non li sopportavo”
La prima canzone con la chitarra l’ha scritta quando aveva dodici anni, si intitolava Addio Sicilia. Qualche tempo dopo si iscrisse all’istituto magistrale Pietro Siciliani di Lecce ma lasciò presto gli studi per trasferirsi a Milano, cercando di sfondare nel mondo della musica. La bocciatura fu il segnale inequivocabile per Al Bano: “Non sopportavo i professori. Sapevo solo disegnare. Feci un disegno per la ragazza di cui ero innamorato, Fiorella: lei prese 8, io 4”.
Come ha raccontato ai microfoni del Corriere della Sera, con la ragazza non successe nulla ma fu lei a ‘finanziare’ la sua carriera, almeno inizialmente quando si ritrovò al Nord con pochissimi soldi in tasca: “Con Fiorella non ci fu neppure un bacio. Ma quando mi mancavano mille lire per comprare la prima chitarra, le chiesi a lei, con una lettera. Arrivò una busta: dentro c’erano mille lire. Avrei potuto procurarmele in altro modo, ma volevo vedere se si ricordava di me. Così le dedicai la mia prima canzone. E battezzai sua figlia”.