La richiesta di invalidità civile subirà dei cambiamenti nei prossimi anni: vediamo quali saranno e che cosa comporteranno.
L’invalidità civile è una misura di protezione sociale destinata a persone con disabilità o problemi di salute che causano una significativa limitazione nella loro capacità di svolgere le normali attività quotidiane. Questa misura è finalizzata a fornire assistenza finanziaria e supporto alle persone con disabilità, al fine di migliorare la loro qualità di vita e favorire l’inclusione sociale.
È importante notare che i requisiti e i dettagli specifici relativi all’invalidità civile in Italia possono cambiare nel tempo a seguito di riforme legislative o modifiche alle politiche sociali. Questo è ciò che accadrà prossimamente con l’approvazione di due decreti sulla disabilità. Sembra infatti che cambierà la modalità di accertamento dell’invalidità civile. Le procedure di riconoscimento dello stato invalidante saranno rese molto più semplici e snelle. L’obiettivo di queste riforme è quello di mettere al centro proprio il disabile per consentirgli di vivere in base a un principio di uguaglianza la vita sociale.
La riforma dell’invalidità civile
La ministra della Disabilità Alessandra Locatelli annuncia che la prima cosa a cambiare sarà il percorso per il riconoscimento dell’invalidità civile. Da anni ci si basa su percentuali definite da tabelle e sulla residua capacità lavorativa della persona. Un invalido al 70% ha una capacità residua di lavorare al 30% oggi, ma nei prossimi anni non sarà più così e ci si baserà su un sistema misto. Dal 2025, in alcune aree del Paese si inizierà a utilizzare la valutazione funzionale della persona. In questo modo si potrà individuare anche quali sono gli aspetti qualitativi che valorizzano ogni disabile nella sua singolarità.
Inoltre ci saranno novità anche sulle visite di controllo o di revisione. Pare che non ci saranno più controlli e revisioni per chi ha malattie cronico-degenerative e per chi ha disabilità gravissime. Con questi cambiamenti si dirà addio anche alle file per esigenze socio-sanitarie. Ci sarà un’unica commissione Inps in grado di valutare tutto ciò di cui ha bisogno ogni invalido confrontandosi direttamente con il diversamente abile. I fondi a disposizione, per il momento, sono 350milione di euro dal 2026; tale tesoretto sarà incrementato di 85milioni di euro ogni anno.
Come già anticipato queste novità saranno attuate solo in alcune zone d’Italia e poi dal 1 gennaio 2026 saranno estese in tutto il Paese.