Il pignoramento del conto corrente è una procedura che può verificarsi in determinate situazioni. Ecco come risolverla.
Sembrerebbe il peggiore incubo di ogni debitore, eppure può trasformarsi in realtà. Il pignoramento del conto corrente, seppur molto raro, può essere approvato dall’istituto di credito ai danni del cliente. Si tratta di una procedura legale attraverso cui il creditore può recuperare i fondi dovuti da un debitore, senza l’approvazione di quest’ultimo. Si passa all’atto pratico nel caso in cui il debitore non riesca a saldare il proprio debito in modo autonomo o volontario.
Il creditore privato, ovvero l’istituto bancario, dopo aver ottenuto dal giudice designato l’atto di precetto, può procedere con il pignoramento, bloccando il conto corrente del cliente. Se a richiedere la procedura è un’ente pubblico come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ossia la ex Equitalia, il pignoramento del conto corrente può avvenire senza il nullaosta da parte del giudice.
A seguito della richiesta, l’ufficiale giudiziario notifica alla banca un atto di pignoramento, ordinando all’istituto di credito di congelare la somma di denaro presente nel conto bancario del debitore. Una volta confermata la procedura di pignoramento del conto corrente, lo sblocco di quest’ultimo può avvenire solamente su richiesta del creditore oppure su disposizione dello stesso giudice.
Nel caso in cui la procedura di pignoramento sia stata avanzata dall’Agenzia dell’Entrate, il debitore può richiedere la rateizzazione del debito entro 60 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. In questo modo sarà possibile sbloccare facilmente il proprio conto corrente, subito dopo il pagamento della prima rata. Questa richiesta non può essere negata in alcun modo per debiti fiscali inferiori ai 60.000 euro. E con un numero di rate non superiore a 72.
Infine, in caso di pignoramento del conto da parte dell’autorità giudiziaria, il debitore può chiedere lo sblocco tramite la procedura di conversione del pignoramento. Si tratta di una soluzione abbastanza rapida, il cui il debitore mette a disposizione la somma destinata a ricoprire interamente il debito, compresa delle spese processuali e degli interessi. Tale somma può essere anche rateizzata e deve essere consegnata in un apposito libretto in mano alla cancelleria del giudice.
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