Il digiuno intermittente è ormai un trend tra le star ma come funziona e quali sono i rischi? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Sovente, attraverso i social o le riviste femminili, si rimane affascinati dai consigli di bellezza e piccole ‘tips‘ per la cura del proprio corpo, provenienti direttamente dalle grandi celebrità. Non solo skincare o make-up poiché è risaputo che la salute della pelle sia anche il riflesso di ciò che mangiamo. Fondamentale acquisire uno stile di vita sano, in primis per la salute, anche se l’obiettivo di molti sia sfoggiare una silhouette invidiabile, specialmente tra i personaggi dello spettacolo. Questi ultimi diventano così dei modelli da seguire, al fine di replicare il medesimo peso-forma.
Diete che si trasformano in veri e propri trend irrinunciabili, testandone così la validità e l’efficacia nonché sperimentando personalmente. Tra questi il digiuno intermittente sta spopolando ma attenzione alle insidie che potrebbe nascondere, indipendentemente dalle mode. Infatti, esso ha i suoi pro e contro per cui si voglia caldamente consigliare la consulenza di un esperto – prima di approcciarsi a tentativi fai-da-te – onde evitare ripercussioni spiacevoli. Sulla base di tali premesse, perciò, ecco come funziona.
La dieta del digiuno intermittente sta prendendo sempre più piede, per dimagrire. Diverse le celebrities pronti a seguirla, ammettendone i risultati positivi – dai nostrani Matteo Renzi a Flavio Briatore nonché internazionali da Jennifer Aniston a Gisele Bundchen. Trattasi di un regime alimentare – cucito su misura – in base a differenti programmi, adattabili così alle proprie esigenze. Ma come funziona realmente e soprattutto quali rischi comporterebbe per la nostra salute?
Analizzandone il nome, prevede effettivamente l’astensione al cibo per un periodo di tempo prolungato e la dovuta assunzione, concentrata in una parte della giornata. Lo schema più conosciuto si chiama 16:8 ovvero sedici ore di digiuno a cui seguono otto ore di alimentazione – escludendo comunque cibi grassi e zuccherati. Come previamente accennato, esistono diversi schemi, in base soprattutto alla resistenza personale alla mancanza di cibo – ad esempio 20:4 quindi venti ore di privazione del cibo e quattro ore della cosiddetta ‘finestra alimentare’ o ancora 12:12.
Tante le opzioni e il fattore di variabilità è lampante. Come evidenziato a La Repubblica dalla Dott.ssa Elena Dogliotti – Biologa, Nutrizionista e Supervisore Scientifico per la Fondazione Veronesi: “il fatto di avere un apporto calorico al di sotto del fabbisogno sembrerebbe essere importante per la prevenzione di malattie croniche, cardiovascolari e alcuni tipi di tumore“. Inoltre non intacca la massa muscolare né alimenta quella grassa, favorendo così il metabolismo e la rigenerazione cellulare.
Ma ancor prima di approcciarvisi, si voglia nuovamente sottolineare l’importanza di farsi seguire da un medico che possa monitorarne il percorso poiché è facile soffrire di carenze nutritive, soprattutto se si decide di agire in autonomia. Oltretutto è da escludere per coloro che soffrono di disturbi alimentari – in quanto si potrebbero assumere abitudini fortemente sbagliate e pericolose per la salute – donne in gravidanza e bambini in crescita poiché il rischio di gravi squilibri si rivelerebbe tangibile.
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