Si aizzano gli animi dei single contro i nuovi bonus cibo, pensati solo per chi ha figli e famiglia: la protesta è accesa.
In questi ultimi giorni sta facendo molto chiacchierare il nuovo Bonus Spesa, misura economica decisa dalla scorsa Legge di Bilancio con lo stanziamento di 503 milioni di euro da parte del governo. Ad avvisare i beneficiari sono i Comuni che, ricevute dall’Inps le carte prepagate da 382.50 euro, chiamerà chi di diritto per consegnargliela. C’è però un problema: non spetta a tutti.
Secondo quanto deciso dal governo, per ottenere il Bonus Spesa non bisogna fare alcuna richiesta, poiché l’Inps ha già verificato ed individuato la vasta platea di beneficiari. Si tratta di tutte quelle persone che hanno un reddito complessivo non superiore a 15mila euro: questo, però, non è l’unico criterio, perché coppie senza figli e single non sono inclusi tra i riceventi. Ecco quindi la polemica.
Ebbene sì, come abbiamo detto possono ricevere il Bonus Spesa da 382.50 euro solo le coppie con figli. I requisiti da rispettare sono l’Isee inferiore a 15mila euro e l’assenza di altre forme di sostegno economico (reddito di cittadinanza, reddito di inclusione, cassa integrazione, indennità di mobilità o Naspi). Centrale anche il numero di componenti del nucleo famigliare, che deve essere minimo di 3 persone: le coppie senza figli o le persone single non possono quindi beneficiare del Bonus Spesa.
La carta prepagata che i Comuni provvederanno a consegnare ai beneficiari individuati dall’Inps sarà utilizzabile per fare acquisti nei supermercati e per comprare beni di prima necessità, tabacchi ed alcolici esclusi. La polemica però è forte: escludere chi vive da solo e chi non ha figli di fatto impedisce a molte persone in difficoltà di ricevere una forma di sostegno economico anche importante. Pensiamo agli anziani che prendono la pensione minima, ad esempio: con i rincari attuali, fare la spesa è diventato un salasso per tutti, non solo per chi ha figli.
Al momento, però, non ci sono notizie in merito a un possibile ampliamento della platea di beneficiari. Chissà che con la Legge di Bilancio 2024, alla quale il Governo è al lavoro proprio in questo periodo dell’anno e della quale circola una bozza, si possa assistere a una modifica di queste limitazioni controverse.
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